Proteggere il tuo patrimonio imparando a individuare e correggere comportamenti errati può davvero rappresentare l’unica strada da percorrere per uscire indenni dalla crisi. Pensa ad esempio alla commistione tra patrimonio aziendale e familiare: è una prassi molto diffusa tra i micro e piccoli imprenditori ed è umanamente comprensibile, ma in questo periodo può rivelarsi una scelta sbagliata.

La tutela patrimoniale deve necessariamente essere inserita all’interno di un progetto di pianificazione ed organizzazione aziendale molto più ampio, in cui occorre:

  • acquisire consapevolezza della propria marginalità, di quali sono i costi ed i ricavi;
  • calcolare la misura delle tasse che incidono sui tuoi redditi personali e su quelli aziendali;
  • comprendere se hai realmente messo al sicuro il tuo patrimonio mobiliare ed immobiliare;
  • rendicontare esattamente quale sia il tuo indebitamento ed i rischi nei confronti dei creditori (banche, fornitori, ecc);
  • valutare eventuali passaggi generazionaliper mettere al riparo la tua impresa;
  • in definitiva, mettere a punto un preciso piano industriale.

Si tratta di un’analisi molto complessa, che non sempre è possibile realizzare da soli: ecco perché acquista una grande importanza affidarsi a professionisti che sappiano guidarti in questo percorso.

La tutela patrimoniale non è e non va inquadrata come un modo per sottrarre i beni aziendali e personali dall’aggressione dei creditori. La protezione del patrimonio va intesa come salvaguardia di ciò che hai creato nel corso del tempo da tutti quegli imprevisti che sfuggono al tuo controllo (e sicuramente il Covid-19 rientra tra questi).

Sappiamo bene quanto sia difficile per te separare famiglia da azienda, ma comprendere realmente come mettere al sicuro il patrimonio aziendale occorre evitare squilibri e scelte errate.

Quali beni concorrono a formare il patrimonio della famiglia imprenditoriale

“Parliamo di famiglia imprenditoriale perché molto spesso accade che la famiglia e l’imprenditore vivano in commistione tra loro”. E’ invece quanto mai opportuno individuare esattamente quali siano i beni aziendali:

  • Beni IMMATERIALI: ad esempio brandbrevettiavviamentopolizze assicurative,e soprattutto liquidità. Questo ultimo aspetto va tenuto in estrema considerazione: occorre prestare la massima attenzione a non sottrarre flussi di liquidi all’azienda per far fronte ai bisogni della famiglia;
  • Beni MATERIALI: tra questo tipo di beni rientrano innanzitutto gli immobili e le partecipazioni aziendali. È principalmente questa categoria di beni a rappresentare l’oggetto delle maggiori conflittualità all’interno dell’impresa familiare.

Criticità connesse alla gestione dei beni materiali

 Le maggiori problematiche relative alla gestione dei beni aziendali; e ciò per individuare gli eventuali errori commessi e potervi porre rimedio.

Investire, come si suol dire, nel “mattone” è da sempre considerata una via sicura e stabile per dare concretezza ai risparmi. Nel corso del tempo, però, l’incentivarsi della pressione fiscale che incide sulla ricchezza immobiliare e l’aumento dei relativi costi di gestione hanno privato questa parte del patrimonio di quella rilevanza che aveva prima. Inoltre, la maggior parte degli immobili, oltre ad essere più facilmente aggredibili dai creditori, viene nella maggior parte dei casi intestata al solo imprenditore oppure a società che fanno capo a lui o alla famiglia imprenditoriale.

Ebbene dal punto di vista della tutela patrimoniale questo può rappresentare un problema sia economico che relativo alla marginalità poiché rappresenta un costo che non esiste in bilancio e non permette una corretta valutazione dei margini aziendali.

Dunque se da un lato l’immobile rappresenta certamente un valore aggiunto per il tuo patrimonio aziendale, dall’altro va tenuto sotto controllo sia per salvaguardarlo sia, soprattutto, per valutarne l’effettivo valore; il che acquista una estrema rilevanza per comprenderne i costi effettivi, ma anche in alcune particolari situazioni, come ad esempio in fase successoria.

Criticità connesse alla ripartizione delle quote

Altra problematica  riguarda la gestione delle quote societarie.

Per difendere al meglio il patrimonio societario occorre essere lungimiranti: procedere alla divisione delle quote e dei beni in maniera preventiva potrà evitare “battaglie” legali e tutta una serie di problematiche legate alla commistione tra famiglia e impresa.

Vi è a tal proposito un dato che deve far riflettere: in Italia, ben l’83% del tessuto aziendale italiano è composto da aziende a conduzione familiare. Se da un lato questo dato rappresenta una ricchezza, dall’altro può tuttavia rappresentare un problema. Spesso infatti accade che all’interno della famiglia insorgano questioni, controversie o anche semplici “antipatie” tra parenti che rischiano di mettere in serio pericolo il patrimonio dell’imprenditore e la continuità aziendale.

In tutti questi casi procedere ad un corretto inquadramento dei familiari all’interno dell’azienda risulta imprescindibile per ottenere una tutela patrimoniale efficace ed una corretta analisi reddituale e fiscale.

Quadro sintetico degli strumenti per la tutela patrimoniale

Quali sono quindi gli strumenti che vengono messi a tua disposizione dalla legge per aiutarti a tutelare il tuo patrimonio:

  1. Patto di famiglia: si tratta di un accordo che evita la dispersione del patrimonio familiare e ne garantisce la continuità, riservando parte del patrimonio stesso ad uno scopo ben preciso (nella specie, far fronte ai bisogni della famiglia);
  2. Fondo patrimoniale: è una sorta di “cassaforte” di famiglia, al cui interno possono essere collocati vari beni per soddisfare le esigenze della famiglia stessa.
  3. Le cosiddette soluzioni societarie: forme di attribuzione di immobili o altri beni in società create appositamente per salvaguardare il patrimonio aziendale. Nella nostra attività di consulenza aziendale, abbiamo più volte suggerito ai nostri clienti di percorrere queste strade “alternative”.
  • clienti soci di una società del settore terziario, entrambi in pensione, proprietari del capannone. Poiché uno dei due intendeva proseguire la propria attività abbiamo proposto questa soluzione: anziché mettere in liquidazione la società, costituire una NewCo partecipata al 51% dal socio “attivo” ed al 48% dai dipendenti della vecchia società. In questo modo è stata da un lato garantita la continuità aziendale, dall’altra la salvaguardia dell’immobile in capo ai due soci, attraverso un contratto di fitto di ramo d’azienda concluso tra la vecchia società e la Newco.
  • cliente titolare di diverse abitazioni produttive di reddito, che voleva dividerle tra i figli. Poiché questa soluzione avrebbe creato immaginabili problematiche, abbiamo suggerito di costituire con gli eredi una srl immobiliare alla quale conferire tutti gli immobili; in questo modo sia la gestione che i relativi costi e ricavi sono stati posti a carico della società anche dal punto di vista fiscale.
  1. Trust: anche in tal caso si tratta di un accordo che mira a destinare parte dei beni della famiglia o aziendali ad uno scopo preciso. Non necessariamente far fronte ai bisogni della famiglia, ma in genere un interesse meritevole di tutela.

Come mettere al sicuro il patrimonio familiare: i vostri dubbi

Domanda nr. 1

Come fare per garantire la tutela del proprio patrimonio immobiliare nel passaggio da una impresa familiare ad una srl?

Risposta

In una casistica del genere occorre prima di tutto far periziare i beni che rappresentano il patrimonio della famiglia per poter realizzare un’operazione di conferimento, a condizione che tale valore sia superiore al capitale sociale prestabilito.

Da lì in poi tutti i debiti ed i crediti della ditta individuale vengono acquisiti dalla srl che inizia ad avere una propria identità giuridica. Pertanto, dal punto di vista della tutela, non si tratta di un’operazione che mette il titolare della vecchia impresa familiare al riparo dai creditori; il nuovo soggetto giuridico (la srl) risponderà dei debiti solo a partire dal conferimento.

Domanda nr. 2

E’ opportuno costituire un fondo patrimoniale pur in presenza di fideiussioni rilasciate in favore della propria società?

Risposta

Il fondo patrimoniale non può mai essere un mezzo per eludere i creditori.

Di conseguenza, un debito contratto in epoca precedente alla costituzione del fondo patrimoniale (come quello derivante dalla sottoscrizione di una fideiussione) dovrà ugualmente essere onorato; in tali casi i beni che sono stati conferiti nel fondo patrimoniale dunque non saranno tutelati.

Domanda nr. 3

E’ possibile evitare la doppia tassazione su immobili conferiti alla nuova società immobiliare? E’ possibile non pagare tasse sull’utile prodotto dall’immobile?

Risposta

Partendo dal presupposto che pagare le tasse è un obbligo di legge, occorre capire come pagarle nella misura corretta e più conveniente: sul punto abbiamo parlato molto spesso di pianificazione e strategia fiscale per trovare una serie di escamotage leciti volti a ridurre la pressione, sin dalla tipologia societaria da prediligere (ad esempio in questo articolo).

Come mettere al sicuro il patrimonio aziendale: conclusioni

La pandemia ci ha travolti e “sconvolti”, ma rialzarsi si può e si deve. Oggi più che mai non è più possibile navigare a vista, ma occorre programmare per tenere sotto il massimo controllo i flussi di denaro in entrata ed in uscita che incidono in maniera significativa sulla marginalità aziendale.

Per questo occorre affidarsi ad un consulente aziendale serio e professionale, che potrà fornire delle indicazioni di massima sulle strategie migliori per tutelare e gestire al meglio il patrimonio aziendale.

Il compito del consulente è dunque quello di “mettere ordine” ed indicarti la strada migliore da percorrere, ma il resto devi farlo tu! Non lasciarti sfuggire l’occasione per tutelare al meglio il tuo patrimonio!

Studio Tributario Di Viggiano

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